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Interlinea

Noi

Incontri di una lunga vita salvati in poesia

di Carlo Alberto Carutti

editore: Interlinea

pagine: 176

L’esordio poetico di Carlo Alberto Carutti si affida a questa sessantina o poco più di testi che vogliono “salvare in memoria” l’essenziale di una lunga esperienza di vita. Il “noi” del titolo è soprattutto degli affetti, familiari, di amicizia, di generazione; magari frutto di tardive scoperte ma non per questo meno accolti; e che nel collezionista appassionato di quadri e strumenti musicali si estende anche a questi oggetti altrettanto simbolici di una pluralità, di una cerchia moltiplicata, nel tempo e nello spazio, di condivisione della bellezza: che appunto è tale solo se l’io vi trova riflesso un noi. Questo noi inglobante affianca prima di tutto all’io poetico quello che nei riepiloghi della memoria appare come «il primo delli suoi amici», tanto da farsi ideale “motore” della raccolta, Giovanni Testori. A distanza di settant’anni è come se ora Carutti riscontrasse pubblicamente, dopo la lunga consuetudine privata con l’amico e il familiare – tramata in particolare, più che di letteratura, di spedizioni per quadri e pittori, per rivelazioni di mostre e di pitture – quella lontana, liminare inclusione di amicizia. Un suggello di vicinanza rivendicato da Carutti anche con la decisione generosa di inserire nella raccolta un bel manipolo di disegni inediti del suo amico Gianni, sorprendenti disegni del terribile 1944, di un Testori ventunenne che, muto di parole, si raccomandava allora a un segno tra Picasso e Braque per le sue angosciate riflessioni sulla condizione umana.

I silenziosi strumenti d'amore

di Roberto Piumini

editore: Interlinea

pagine: 120

Da un grande affabulatore un vero e proprio canzoniere amoroso, composto solo da sonetti che, pur nella forma chiusa della struttura metrica classica, raccontano con assoluta naturalezza un amore dei nostri giorni.

Quaderni Borromaici 1

Saggi Studi Proposte

rivista: Quaderni Borromaici

pagine: 176

«Nel 1580, [Federigo Borromeo] manifestò la risoluzione di dedicarsi al ministero ecclesiastico e ne prese l'abito dalle mani di quel suo cugino Carlo, che una fama, già fin d'allora antica e universale, predicava santo. Entrò poco dopo nel collegio fondato da questo in Pavia e che porta ancora il nome del loro casato; e lì, applicandosi assiduamente alle occupazioni che trovò prescritte, due altre ne assunse di sua volontà; e furono d'insegnar la dottrina cristiana ai più rozzi e derelitti del popolo, e di visitare, servire, consolare e soccorrere gl'infermi. Si valse dell'autorità che tutto gli conciliava in quel luogo, per attirare i suoi compagni a secondarlo in tali opere; e in ogni cosa onesta e profittevole esercitò come un primato d'esempio, un primato che le sue doti personali sarebbero forse bastate a procacciargli, se fosse anche stato l'infimo per condizione». (Alessandro Manzoni, I promessi sposi, XXII capitolo)*** SOMMARIO Giorgio Mariani, Humilitas Paolo Pelosi, Humanitas   SAGGI Mariachiara Angelucci, Spunti di storia locale negli scritti periegetici di Polemone: l’attitudine alla storia dell’erudita antiquario di Ilio Flavio Santi, Brevi considerazioni sulla metaforica dantesca Roberto Vetrugno, Una lettera inedita di Mario Equicola a Isabella d’Este Gonzaga (Pavia, 11 aprile 1522) Giovanni Caravaggi, Pellegrino Tibaldi all’Escorial Marco Sonzogni, L’ultima passeggiata con il Bardo di Bellaghy Guido Montagna, Oreste Nicrosini, Fulvio Piccinini, La caccia alla particella di Higgs Riccardo Bellazzi, Marco Tornielli, I big data e la ricerca biomedica: una sfida e un’opportunità Federico Rosti, Ortodonzia invisibile: il Social Six Giovanni Borghese, Come una domanda assurda e una bicicletta sparita possono condurre al laboratorio di un premio Nobel. Intervista al professor Paolo Ferruti   SCAFFALE BORROMAICO Giorgio G. Mellerio, Epistola entomologica Michele Cattane, L’Almo Collegio e il fascismo: aspetti di vita borromaica nei tardi anni trenta Gianni Mussini, Il carteggio Angelini-Contini: storia di un’amicizia tra logos e Logos Angelo Stella, Cromie verbali Dell’Almo gli Almi. Alunni laureati A.D. MMXII, MMXIII(a cura di Federica Massia)

Visti da fuori. La poesia italiana oggi in Europa

Nuova corrente 153

rivista: Nuova Corrente

pagine: 136

Qual è l’immagine che ha la poesia contemporanea italiana all’estero, fuori dei suoi confini culturali e linguistici?

Teatro, narrativa, critica

Autografo 51

rivista: Autografo

pagine: 228

Il numero 51 di "Autografo" si muove tra teatro, narrativa e critica del Novecento e il tema portante è il farsi del testo

Racconti di frontiera

di Giovanni Silengo

editore: Interlinea

pagine: 112

Il confine tra Piemonte e Svizzera e la periferia torinese sono gli orizzonti di quattro brevi Racconti di frontiera.

La Marchesa Colombi

Una scrittrice nella Novara dell'800

di Silvia Benatti

editore: Interlinea

pagine: 48

Nata nel cuore della Novara dell’800, La Marchesa Colombi è un’autrice ancora oggi ristampata, letta, apprezzata e studiata, anche all'estero

Requiem

di Enrica Gnemmi

editore: Interlinea

pagine: 112

Un libro di poesia che canta in versi un'ideale messa di requiem a partire dalle immagini di Michelangelo passando per le note di Mozart e Verdi

Trino e l'arte tipografica nel XVI secolo

Dal marchesato del Monferrato all'Europa al mondo

a cura di Magda Balboni

editore: Interlinea

pagine: 208

«Certamente enorme fu il contributo dato dai piemontesi all’arte tipografica ma, fra tutti, un posto speciale meritano i trinesi, che grazie alla loro intraprendenza e intelligenza resero famoso il nome di Trino in Italia e in Europa fino ad appartenere, oggi, al mondo intero. […]. I trinesi si inserirono dunque nella storia dell’arte editoriale, certamente favoriti, agli inizi, da esempi stranieri; ma è inevitabile chiedersi come siano giunti in città questi esempi e perché vi abbiano trovato terreno tanto fertile. Ritengo plausibile che la spiegazione stia in prevalenza nella corte dei Paleologi. […]. Dopo un’intensa produzione e un fiorente commercio di volumi di scienze e diritto, poi anche letterari, con la volontà di diffondere i testi antichi in patria, gli editori e mercanti trinesi si trasferirono principalmente a Venezia, insieme a Parigi e Napoli una delle tre megalopoli del tempo e nel Cinquecento all’apice del suo splendore, dove era sorta la prima industria moderna: il business dell’editoria. […]. Sebbene le notizie su di loro siano scarse, ad eccezione che per Gabriele Giolito, è certo che a Venezia gli editori trinesi divennero veri protagonisti della stampa e del commercio di libri, per raggiungere l’apice con la famiglia Giolito de’ Ferrari […]. Nella loro prima parte, questi atti presentano contributi volti a dare risposta alla domanda di fondo: perché proprio a Trino mise così forti radici e fiorirono l’arte tipografica ed editoriale, offrendo un panorama ampio sulla situazione geopolitica, sociale e culturale della Trino paleologa fra Quattro e Cinquecento, per accentrarsi poi su temi più strettamente inerenti gli editori e la loro attività e focalizzarsi infine sulla figura di Camillo Leone e la sua importante opera di raccoglitore di memorie del territorio, oltre che archeologiche anche cartacee: fra queste un posto di primo piano rivestono le oltre mille cinquecentine, molte delle quali esposte al pubblico in una bella mostra organizzata in concomitanza col convegno» (dalla presentazione di Magda Balboni, presidente dell'Associazione culturale "Le Grange").

Giuseppe Prina

Il genio delle finanze di Napoleone

di Paolo Cirri

editore: Interlinea

pagine: 48

Giuseppe Prina è più conosciuto per la sua proverbiale drammatica fine che per quello che fece nella sua vita.

Giacomo Fauser

La passione per la ricerca scientifica e per il bene dell'umanità

di Giovanni Pieri

editore: Interlinea

pagine: 48

Giacomo Fauser è una figura di spicco dell'industria chimica italiana moderna. Come geniale inventore ha rotto il monopolio tedesco sulla tecnologia di produzione dell'ammoniaca

Fra Gioachino Uberti

Una vita umile sulle orme di Francesco d'Assisi

a cura di Dorino Tuniz

editore: Interlinea

pagine: 88

Nel primo anniversario della morte di fra Gioachino Uberti, vengono raccolte le testimonianze di quanti lo hanno conosciuto e che hanno avuto modo di raccogliere il suo insegnamento, nel segno dell’umiltà francescana che ha caratterizzato tutta la sua vita. In tutti i luoghi in cui prestò servizio, fra Gioachino ottenne stima per il suo modo di operare e affetto per la carica umana che lo caratterizzava. Per tutti è stato un maestro di vita religiosa e un fratello a cui confidare pene e speranze, un silenzioso amico capace di accogliere sempre con partecipazione. Avvenimenti e momenti vissuti con lui, anche distanti ormai molti anni, hanno lasciato in un gran numero di persone profonde tracce e contribuito alla loro formazione umana e religiosa. Valgano le considerazioni scritte nel Numero unico del Gruppo ex chierichetti del 1972, curato da Otello Cerri: «In tutte queste nostre vicende troviamo sempre un personaggio che ha creato fiducia in noi stessi, lasciandoci lavorare senza farci violenza, al massimo spolverandoci con il cordone. In noi tutti sono familiari i suoi occhi severi e scrutatori, il suo incedere lento e controllato, ma soprattutto la fraterna partecipazione alle nostre tribolazioni e alle nostre felicità. Un punto fisso nella storia di tutte le persone sfilate nel tempo con le cotte da chierichetti nella comunità religiosa di Sant’Andrea». Con un album fotografico.

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