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Inverni alti

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Inverni alti
Titolo Inverni alti
Autore
Con testi di
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Narrativa italiana
Collana Biblioteca del Piemonte Orientale, 10
Marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 152
Pubblicazione 2005
ISBN 9788882125233
 
12,00 11,40

 
«Con i tempi che corrono più nessuno costruisce case, c’è pericolo di vederle il giorno dopo sbriciolate dalle bombe, e mio padre che è muratore è rimasto senza lavoro». Così si apre questo testo che ci offre una delle rappresentazioni più limpide e pure della letteratura resistenziale. Ma si tratta di una Resistenza solo accennata, che è tutta nella solidarietà degli uomini e delle cose, prima che l’umanità e la natura vengano sconvolte e oltraggiate dal salire sui monti della violenza nazifascista. «Un’opera “neorealistica” che evita in gran parte le secche del Neorealismo», e di «di un romanzo della Resistenza in cui di fatto la Resistenza non c’è. O meglio: la Resistenza è quella della gente comune, che offre ospitalità a chi ne ha bisogno e contrappone, all’odio e alla violenza, la sua antica dignità, la sua tenace moralità.»
 

Biografia dell'autore

Emilio Jona

Emilio Jona

Emilio Jona (Biella 1927) ha diviso la sua lunga vita tra il lavoro d’avvocato nell’antico studio di famiglia, le scienze umanistiche e la scrittura letteraria. Tra i molti suoi articoli e studi sull’oralità popolare (ha dedicato una particolare attenzione al canto politico e sociale ed è stato tra i fondatori del gruppo di Cantacronache nel 1958), si possono ricordare: Le canzonette che fecero l’Italia (Longanesi, Milano 1962) e, in collaborazione, Le canzoni della cattiva coscienza (Bompiani, Milano 1964), Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta (Paravia, Torino 1995), Senti le rane che cantano. Canti e vissuti della risaia (Donzelli, Roma 2005, premio Nigra 2006), Senti il rombo del cannone. La grande guerra e il canto popolare (Neri Pozza, Vicenza 2018), Costantino Nigra. I canti popolari del Piemonte (Einaudi, Torino 2009-Neri Pozza, Vicenza 2019). Ha realizzato libretti d’opera per vari musicisti italiani; ha scritto, in collaborazione, testi per la radio e per il teatro, tra i quali: Il 29 luglio del 1900 (premio Riccione 1972), Per uso di memoria (per il Maggio musicale fiorentino, 1972). Ha pubblicato romanzi e racconti, tra i quali: Inverni alti (Amicucci, Padova 1959-Interlinea, Novara 2005), L’aringa (Scheiwiller, Milano 1984), Il celeste scolaro (Neri Pozza, Vicenza 1917, finalista al premio Bottari Lattes 2017), Il Fregio della vita (Neri Pozza, Vicenza 2019). Dagli anni 1948 ad oggi ha prestato una costante attenzione alla scrittura poetica, pubblicando, presso Mondadori, Tempo di vivere (1954) e, con All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, La cattura dello splendore (1998) (finalista al premio Viareggio 1998, premio Catanzaro di poesia 1999).

Ogni notte si finisce in rifugio, si ascoltano quei sibili lunghi per il cielo e non si sa mai a chi tocca. La mattina ci si risveglia coi nervi rotti, il sonno e la stanchezza sempre sugli occhi e quando si esce si cammina sui vetri, si vedono i fumi degli incendi, i monconi neri delle travi, le case sventrate, e soldati che scavano febbrilmente alla ricerca dei morti.
Eppure noi ragazzi non abbiamo paura, giochiamo bene ora che i grandi hanno altro da pensare, lasciamo i rifugi quando ancora gli aerei ronzano, la contraerea spara e corriamo sui vetri inseguiti dagli agenti dell’Unpa. Ma un mattino mio padre dice: «Andiamo a Riofreddo, c’è la casa, un poco di terra. E poi la guerra non durerà eterna. Quando sarà finita bisognerà pur ricostruire tutto quanto è stato distrutto. Avrò lavoro per vent’anni!»

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