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Lo snob

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Lo snob
titolo Lo snob
autore
curatore
presentazione di
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Narrativa italiana
Collana Biblioteca del Piemonte Orientale, 2
marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
libro Libro
Pagine 260
Pubblicazione 2003
ISBN 9788882123987
 
15,00 7,50
 

Informazioni importanti

Titolo in esaurimento: offerta per bibliofili

«Il titolo di questo romanzo inedito del vercellese Giovanni Achille Cagna (l'autore di Alpinisti ciabattoni), risalnete al 1904, è in linea con l'ambiente altoborghese che l'opera rappresenta; un ambiente inguaribilmente provinciale, che viene indagato appunto nel provincialismo dei suoi snobismi, dei goffi e insulti rituali mondani, nelle vanità pettegole e negli erotismi pruriginosi. Come tutte le opere di impianto umoristico, satirico o parodico, Lo snob si basa sulla tecnica del rovesciamento, favorita dall'artificio romanzesco adottato: un giovane di ricca e nobile famiglia, Carlo di Rosana, deluso e annoiato da tutti i piaceri e i divertimenti mondani (una sorta, in partenza, di Lord Spleen faldelliano), oltre che disincantato dalle letture del pessimismo decadente (da Schopenhauer a Nietsche), si fa assumere come domestico, sotto mentite spoglie, per conoscere l'indole vera della fanciulla da cui si sente attratto».
 

Biografia dell'autore

Giovanni Achille Cagna

Achille Giovanni Cagna, vercellese (1847-1931), è uno dei più importanti esponenti di quella Scapigliatura piemontese messa ben in luce dal critico Contini. L’autore è noto per la capacità di raffigurazioni bozzettistiche di certo mondo piccolo-borghese, con un’interessantissima ricerca linguistica in chiave espressionistica. Alpinisti ciabattoni è una delle sue opere più conosciute e ristampate. Di Achille Giovanni Cagna Interlinea ha pubblicato Lo snob e Un incontro scapigliato. Carteggio 1876-1927  con Giovanni Faldella.

Un brano dal libro

Mio buon Federico, pas de mademoiselle Maupin ! è ben altro e più serio e morale il mio proponimento, e se tu vuoi davvero la salute dell’anima mia. Sei tu che mi hai dato l’abbrivio col tuo strano suggerimento, e avanti, dunque. L’impresa mi sorride, mi attrae, è una condizione luminosa che mi darà novelle energie, salvandomi dal buddismo che già mi insidiava l’anima con le sue tinte gialle di disperazione. Ho letto di questi giorni Zarathustra di Nietsche e le Tentazioni di Flaubert; come vedi il morbo fa strada, ed io sono troppo sano di visceri e di sangue per annegare nel pantano mortifero delle malinconie.


La mia esistenza è mancata: pareva un trionfo all'alba! ricchezza, salute, insegno un empito di vigorie, un anelito smanioso, un volo a cose alte nobili e belle, e poi nulla!

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