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Cara speranza

titolo Cara speranza
autore
curatori ,
presentazione di
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Narrativa italiana
Collana Biblioteca del Piemonte Orientale, 3
marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
libro Libro
Pagine 144
Pubblicazione 2003
ISBN 9788882123970
 
15,00
I racconti vari della Marchesa Colombi riuniti nel volume Cara Speranza hanno un valore emblematico essendo un riassunto della sua gamma espressiva perfettamente atta a divertire, commuovere, informare. Viene alla ribalta la provincia crepuscolare italiana tra Otto e Novecento, nel clima di Un matrimonio in provincia, il capolavoro della Marchesa Colombi.
 

Biografia dell'autore

La Marchesa Colombi

La Marchesa Colombi
La Marchesa Colombi (Novara 1840 – Milano 1920) è lo pseudonimo letterario di Maria Antonietta Torriani. Sposò Eugenio Torelli Violler, fondatore e primo direttore del “Corriere della Sera”. Fu lei stessa giornalista e assidua frequentatrice degli ambienti letterari. Prediligendo tematiche care al verismo affrontate talvolta con la vena ironica tipica della linea lombarda, nella sua opera si sofferma su problematiche sollevate dalla nascente questione femminile. Tra i romanzi più noti si citano In risaia (Treves, 1878) e Un matrimonio in provincia (Galli, 1885), quest’ultimo riscoperto da Natalia Ginzburg e pubblicato per Einaudi nella collana “Centopagine” diretta da Italo Calvino. Autrice anche di numerose raccolte di novelle, tra cui Racconti di Natale (1878) o Cara speranza (1896), la marchesa Colombi scrive, inoltre, un piccolo galateo, La gente per bene (1877) e il saggio Della letteratura nell’educazione femminile (1871). Una parte della sua opera è dedicata anche alla letteratura per l’infanzia: I più cari bambini del mondo (1882), I bambini per bene a casa e a scuola (1884), I ragazzi d’una volta e i ragazzi d’adesso (1888) e Il piccolo eroe (1890).

Si chiamava Amalia, però, malgrado quel nome gentile, era una fra le più rozze campagnole delle risaie, quando si presentò in casa nostra ad offririsi come serva. S’era messa le scarpe per la solennità della circostanza, ma appena vide il pavimento lucido del nostro gabinetto, rimase sbigottita e si curvò come per levarsele. Ci volle di molto a persuaderla d’entrare calzata com’era

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