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L'ultima dea

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L'ultima dea
titolo L'ultima dea
autore
curatore
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Narrativa italiana
Collana Biblioteca del Piemonte Orientale, 7
marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
libro Libro
Pagine 288
Pubblicazione 2004
ISBN 9788882124236
 
15,00 7,50
 

Informazioni importanti

Titolo in esaurimento: offerta per bibliofili
Dalle Memorie del presbiterio di Emilio Praga ai capolavori di Gadda, la vicenda dei romanzi interrotti ha segnato la storia di scrittori sperimentali, accentrici, bizzarri. A questo destino non doveva sfuggire Ernesto Ragazzoni (1870-1920), e poco importa accertarne la ragione. La ripresa di motivi scapigliati - da Poe agli autori del fantastico e dell'inconoscibile - si coniuga nell'Ultima dea (pubblicata nel 1892 in dispense dal "Novelliere del popolo") con l'iperbolica e quasi parodica esasperazione di una trama che diventa digressione, avvolgendosi a spirale nell'allucinata fissazione di atmosfere cupe e demoniache. L'ignoto continuatore poi, come da copione, ricondurrà il racconto ai suoi più scontati esiti feuilletonistici. 
Un romanzo ritrovato, uscito a puntate nel 1892 e subito disperso, viene per la prima volta pubblicato integralmente: una storia tra provocazione letteraria, occultismo e anarchia che mette in discussione la cultura dell'epoca.

 

Biografia dell'autore

Ernesto Ragazzoni

Ernesto Ragazzoni
Ernesto Ragazzoni è un originalissimo tipo di intellettuale e giornalista. Nato a Orta, sull’omonimo lago, nel 1870, dopo gli studi a Novara (dove pubblica l'unica raccolta di versi uscita in vita, Ombra) si trasferisce a Torino e nel 1900 è assunto alla “Stampa”; il lavoro di giornalista lo porta a vivere a Parigi, Londra, Bologna e Roma. Muore, consumato dalla cirrosi, nel 1920. Successivamente le sue poesie sono pubblicate in varie edizioni.

Un brano dal libro

Il sole tramontava: la brezza appena appena increspava l’onda crocea. Il Nord-America con tutte le vele sciolte al vento, simile ad un gigantesco alcione colle ali librate, usciva maestoso dal golfo. Cessato il lavoro delle braccia, lavoro richiesto dalla manovra, lo stridulo cigolar delle puleggie, l’ordinato correre dei marinai dalle mure alle scolte, dalle scolte alle drizze, alla confusione che sovrana regnava in quel momento sul Nord-America erano susseguiti i fischi dei nocchieri, ed il ripercuotersi del flutto sulla prora. Il mare avvolgeva la nave come una carezza soave di donna innamorata. La serata era magnifica. Sul Nord-America tutto era moto. Eravi chi andava, chi .veniva, chi si fermava, chi discorreva, chi taciturno stavasene a rimirar, dalla prua del bastimento, il mare terso come uno specchio cui le ruote tendevano nel loro rapido cammino e facevano gorgogliare intorno ai fianchi della nave. Eravi varietà di abiti e di idiomi, C’erano americani, inglesi, russi, indiani, spagnuoli, tedeschi, italiani. Fra questi spiccava un giovane, di forse venticinque anni, elegantissimo, di forme piacevoli. La fronte aveva solcata da rughe precoci. Pareva sofferente nell’aspetto. Immobile e silenzioso se ne stava guardando gli infiniti spazii del mare che incominciava leggermente a spumeggiare, perché il vento notturno si faceva più fresco.

Intorno alla nostra vita la creazione sogna. Mille esseri sconosciuti ci attorniano. L'uomo va, viene, dorme sotto il loro sguardo oscuro e non li sente intorno a sé.

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