Quello che vedo

titolo | Quello che vedo |
autore | Valeria Rossella |
Argomento | Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Poesia italiana |
Collana | Edizioni di poesia a tiratura limitata, LXXXV |
marchio | Interlinea |
Editore | Interlinea |
Formato |
![]() |
Pagine | 72 |
Pubblicazione | 2021 |
ISBN | 9788868574383 |
Delle cose che il poeta vede e che hanno pari grado di esistenza ma si manifestano diversamente: è ciò di cui parla questo libro di poesia perché è la ragione della poesia stessa. Le visibili passano per i sensi, le invisibili amplificano la realtà, tanto che «la realtà cambia di grado e sale / rapidamente una febbre nelle immagini». È allora una giostra struggente come la vita che, nel suo inarrestabile moto perpetuo, ci restituisce un eterno presente, dove schizzo dal vero e visione convivono: «Vengono a trovarmi gli amici, ma da giovani, / emergono dal permafrost degli anni, / sgranati nel temporaneo disgelo», nella certezza che «il vecchio dio cieco ci vede come ombre» e che, infine, «il grido / che annuncia l’alba pare di un uccello / invece è il tempo che piange ininterrotto».
Biografia dell'autore
Valeria Rossella
Valeria Rossella è nata nel 1953 a Torino, dove è tornata a vivere dopo un lungo soggiorno romano. Tra le sue raccolte di poesie L’anima del violino (Galleria Pegaso Editrice, Forte dei Marmi 1996), Il luminaio (Crocetti, Milano 2003), La città di Kitež (Aragno, Torino 2012). è anche traduttrice dal polacco: ha curato tra l’altro la versione di un’ampia scelta dell’epistolario chopiniano (Il Quadrante, Torino 1986) e, di Czesław Miłosz, premio Nobel 1980, un’antologia di poesie (La fodera del mondo, Fondazione Piazzolla, Roma 1996) e il Trattato poetico (Adelphi, Milano 2011).
Rassegna stampa per Quello che vedo
Notizie che parlano di: Quello che vedo
Eventi collegati a Quello che vedo
È ottobre: / il vecchio dio cieco ci vede come ombre. / Qualcuno smonta il turno con le ambulanze e i camion / della nettezza urbana, e il grido / che annuncia l'alba pare di un uccello / invece è il tempo che piange ininterrotto