Questo romanzo, che è al crocevia della cultura dell’Ottocento, torna nella sua versione definitiva rivelandosi una delle prime testimonianze sul «riso amaro»: una denuncia sociale che nasce dall’introspezione psicologica e si fa letteratura. Nella storia di una ragazza e dei suoi sogni emerge un tema ancora attuale, come dimostra un prezioso testo di Carlo Emilio Gadda qui recuperato.
Biografia dell'autore
La Marchesa Colombi

Un brano del libro
E la Nanna andava superba delle sue oche, e di quegli apparecchi fatti per lei.
Quando la ragazza ebbe poco più di dieci anni, la mamma disse al marito: «Bisogna cercare un’altra piccina per condur fuori le oche. I fanciulli che custodiscono le vacche, e le fanciulle che guidano i paperi, si scontrano nei campi, e si baloccano insieme. E questo si può tollerare soltanto nell’età dell’innocenza; ma la Nanna ha dieci anni, l’età dell’innocenza è passata».
Martino trovò tutta la profondità di giudizio dei sette Savi della Grecia in quelle sentenze della sua massaia. Le oche vennero affidate ad una bambina di otto anni, poi, cresciuta quella, ad un’altra. Erano custodite dall’aprile al novembre per 50 centesimi ogni oca. Facevano sei lire all’anno, che la famiglia spendeva per evitare alla Nanna la comunanza dei giuochi coi piccoli mandriani.
E la Nanna andava superba anche di questo, che le dava una certa superiorità sui suoi compagni.
Quando li scontrava, o li vedeva passare al di là della siepe, e le gridavano: «Oh! Nanna! Non vieni più fuori colle oche?» lei rispondeva: «La mamma non vuole più, perché non ho più l’età dell’innocenza».

1° edizione 2001