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Storia

Fuga dalla Polonia

di Mya Tannenbaum

editore: Interlinea

pagine: 136

Anno 1950. Un giovane diplomatico polacco. Sposato con una pianista italiana, viene richiamato a Varsavia

Giornalista per caso

Memorie novaresi di un vecchio cronista

di Piero Barbè

editore: Interlinea

pagine: 144

Piero Barbè ricorda in questo libro la sua poco comune carriera giornalistica, dai suoi esordi fino all’arrivo alla stampa

Il Piemonte in Europa

500 anni di emigrazione della valle Vigezzo. La famiglia Farina e l'acqua di colonia

di Luigi Rossi

editore: Interlinea

pagine: 172

«Cercavamo braccia e sono arrivate persone», così lo scrittore svizzero Max Frisch definì l’immigrazione che nella seconda metà del secolo scorso interessò gran parte dell’Europa. Tale riflessione ci permette di scorgere, negli immigrati, «persone, diritti, luoghi, lingue e culture, tradizioni e sentimenti. E una antica, complessa e vivace storia culturale e sociale», come scrive Luigi Rossi in questo originale studio sull’emigrazione piemontese, dal Medioevo ai giorni nostri, tracciando in particolare le rotte dalla valle Vigezzo verso le grandi e piccole città della Germania. Su tutti gli emigranti, dai più poveri – ambulanti, piccoli artigiani e commercianti – a coloro che invece hanno fatto fortuna, spicca la storia della dinastia dei Farina, fondatori della ditta produttrice della leggendaria Eau de Cologne.

«Vieni o maggio»

Canto sociale, racconti di magia e ricordi di lotta della prima metà del XX secolo nella bassa novarese

di Cesare Bermani

editore: Interlinea

pagine: 120

Sono raccolti in questo volume e nei due cd allegati le memorie orali e il repertorio di canto sociale di sei cantanti e narratori del Novarese, registrati tra il 1963 e il 1970. Nel primi due decenni del secolo, con il rafforzarsi del partito socialista e della Camera del lavoro e le multiformi iniziative di “propaganda elementare” rivolte sia verso la città che verso la campagna, viene formandosi anche nel Novarese un repertorio socialista di canto sociale. Queste testimonianze rappresentano un’importante fonte per conoscere il mondo proletario del Novarese tra la prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo.

«Nessuno potrà tenersi in disparte»

La grande guerra: memoria, territorio, documentazione

a cura di Adolfo Mignemi

editore: Interlinea

pagine: 352

«Siamo alla vigilia di una quasi inevitabile conflagrazione generale europea, dalla quale nessuno potrà tenersi in disparte»: queste parole, tratte da una lettera che Riccardo Bollati, ambasciatore italiano a Berlino, scrive nel 1914, aprono idealmente gli atti del convegno sulla prima guerra mondiale tenutosi a Novara il 24 ottobre 2008, a novant’anni dalla conclusione del conflitto. Nel corso del convegno si è cercato di analizzare i diversi aspetti di cambiamento introdotti dalla realtà della guerra sulla società ad essa contemporanea, e di analizzarne le conseguenze. Chiude gli atti un’appendice contenente una panoramica degli eventi organizzati a Novara in occasione della ricorrenza e due sezioni iconografiche riservate alle mostre allestite al Museo Aldo Rossini, dedicate al contributo sociale e militare dei novaresi nel corso della Grande Guerra e alle opere d’arte conservate in alcune collezioni d’arte di Novara.

Fontaneto: una storia millenaria

Monastero. Concilio Metropolitico. Residenza Viscontea.

a cura di Cesare Alzati, Giancarlo Andenna, Alberto Bacchetta, Gisella Cantino Wataghin, Marina Dell'Omo, Eleonora Destefanis, Nicolangelo D’Acunto, Saverio Lomartire, Alfredo Lucioni, Luisella Pejrani Baricco, Aldo A. Settia, Fabrizio Slavazzi, Ivana Teruggi

editore: Interlinea

pagine: 372

«Sono trascorsi oltre 950 anni da quando, nel 1057, veniva indetto, a Fontaneto, il sinodo dei vescovi milanesi contro la Pataria e abbiamo ormai superato 1100 anni da quando il nome di Fontaneto appare per la prima volta, in un documento ufficiale, come sede del monastero di San Sebastiano, esattamente il 14 agosto del 908. Per ricordare questi avvenimenti si è costituito nella primavera del 2007 un Comitato storico con il compito di promuovere per il paese di Fontaneto alcune iniziative di carattere culturale. […] A volte, lungo percorsi misteriosi, la storia, quella con la lettera maiuscola narrata sui libri di scuola, passa attraverso le vicende di piccoli borghi apparentemente senza importanza, dentro infinite storie di contadini e paesani e ripercorre l’antica strada detta “stravachera” in compagnia del vicecomes Gariardo fino alle case e al castello di Fontaneto. Il compito di ricordare il passato è un dovere necessario soprattutto in questi tempi difficili, è condizione indispensabile per capire e valorizzare il presente e guardare con serenità al futuro. Chi non ha memoria del proprio passato si illude di essere vivo ma in realtà è come il cavaliere medievale che “del colpo non accorto, / cercava la battaglia ma era morto”» (Carlo Masseroni, Presidente del Comitato storico fontanetese).

Fummo soldati d'Italia

Monumenti ai caduti delle province di Novara e Verbania

di Mario Balossini e Emiliana Mongiat

editore: Interlinea

pagine: 128

E divenne Maggiore

Aspetti della storia dell'Ospedale di sant'Andrea in Vercelli

a cura di Giancarlo Andenna, Luca Bianchi, Giorgio Cosmacini, Miriam Clelia Ferrari, Gianmario Ferraris, Riccardo Nelva, Maria Caterina Perazzo, Adriano Soldano

editore: Interlinea

pagine: 276

«Un tempo si diceva comunemente e semplicemente “Ospedale Maggiore”, ora, non si sa perché, si dice comunemente “Ospedale di Sant’Andrea”. In realtà sia l’uno sia l’altro modo di chiamare quest’ospedale vanno bene. Nel primo modo s’indica la supremazia storica dell’ospedale fondato da Guala Bicchieri nei confronti degli altri ospedali che sono esistiti a Vercelli e che poi vennero assorbiti dall’Ospedale di Sant’Andrea, nel secondo modo si ritorna alla dugentesca denominazione originaria. [...] Ricordiamo che dapprima fu un’istituzione religiosa, poi, con bolla di Paolo IV del 1555, divenne un’istituzione laica, amministrata da cittadini vercellesi; nel secolo XIX ebbe una ragguardevole crescita, acquisendo anche un’ottima e ben meritata fama, grazie ad amministratori capaci e scrupolosi nel gestire il suo grande patrimonio fondiario e soprattutto nello scegliere con rigore il personale sanitario, che ancora al principio del Novecento era ritenuto fra i migliori del Piemonte. In questi ultimi decenni gli studi di storia ospedaliera, sia in generale sia di singoli ospedali, hanno avuto un forte incremento, ed è giusto che anche le complesse vicende dell’Ospedale di Sant’Andrea, una gloria autentica di Vercelli, incomincino a essere studiate in modo degno. Per questo v’è da plaudire a Vercelliviva per aver organizzato questo convegno, dove valenti relatori hanno dato importanti contributi sia nell’inquadrare la storia particolare dell’ospedale vercellese nella più vasta storia ospedaliera italiana, sia nell’approfondire la ricerca storica su argomeriti specifici riguardanti importanti momenti del suo passato, fino al secolo XVI. è da augurarsi però che gli studi proseguano anche per i secoli successivi» (Rosaldo Oldano, presidente della Società Storica Vercellese).

Il trionfo di S. Gaudenzio

di Girolamo Antonio Prina

editore: Interlinea

pagine: 156

Uno dei capitoli più importanti che segnano la storia novarese riguarda il patrono san Gaudenzio e, in particolare, il solenne trasporto delle sue reliquie nello scurolo della nuova Basilica. Questo avvenne il 14 giugno 1711, data in cui l’intera città, nessuno escluso, con grande partecipazione e contributo del Consiglio Comunale oltre che della comunità cristiana, divenne teatro e protagonista di una solenne e fastosa festa definita Il Trionfo di San Gaudenzio. Con questo stesso titolo, qualche mese dopo l’evento, Girolamo Antonio Prina pubblicò un’opera di eccezionale valore documentario sulla città e su questo avvenimento tanto capitale, con la riproduzione di grandi tavole che illustrano la processione, l’interno della Basilica di San Gaudenzio, lo Scurolo e altre opere che tuttora costituiscono uno dei più significativi patrimoni storici, artistici e religiosi di Novara. L’opera divenne subito celebre, specie per la qualità delle incisioni in essa contenute. Dopo alcuni secoli l’opera è divenuta anche una notevole rarità. Oggi l’opera viene riconsegnata ad un ristretto novero di persone che hanno care le radici novaresi. Viene ristampata in anastatica la prima edizione del 1711 con procedimenti artigianali di arte tipografica, in una tiratura limitatissima di 150 copie, contenente le celebri e altrettanto rare incisioni.

Prigione di trincee

Memoriale inedito della Grande Guerra

di Giuseppe Cuzzoni

editore: Interlinea

pagine: 164

Un memoriale di un soldato durante la Grande Guerra, un diario inedito di grande valore storico.

Il sangue non sporca i giusti

Mafia e legalità: un mosaico

di Massimo Savastano

editore: Interlinea

pagine: 112

Mafia e legalità: un mosaico di storie di lotta all'omertà e alla cultura dell'illegalità

Sopra il tavolo della cucina

Donne che intrecciano storie

a cura di Vilma Gervasoni, Rossella Köhler

editore: Interlinea

pagine: 160

Sopra il tavolo della cucina – Donne che intrecciano storie è una raccolta di interviste fatte da donne ad altre donne

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