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Saggistica letteraria

Lucio Dalla

Le più belle canzoni commentate

di Paolo Jachia

editore: Interlinea

pagine: 168

Tutti sanno che Lucio Dalla è stato uno dei più grandi cantautori italiani contemporanei. non tutti sanno però che è stato anche, in maniera carnevalesca e paradossale, un grande mistico contemporaneo, amico speculare di Battiato, De Gregori e altri, tra cui il teologo Vito Mancuso che qui ricorda come l’amico cantasse la ricerca di dio con un «ottimismo drammatico». In questo libro, per gli 80 anni dalla nascita, Paolo Jachia propone per la prima volta un commento organico dei testi delle sue più belle canzoni. Come ha detto il cantautore: «può succedermi di tutto, può arrivare un’eruzione dell’Etna a portarmi via la casa, ma ritengo che al mondo non vi sia niente di veramente definitivo e letale», perché sapeva (come recita un suo verso) che «una canzone non basta / e non basta saper cantare». Però aiuta.Con un ricordo di Vito Mancuso.

Pavese diverso

Incanto e racconto dai Mari alla Luna

di Liborio Pietro Barbarino

editore: Interlinea

pagine: 152

Pavese gode di una fortuna critica crescente, incontrando il favore di lettori che non hanno interpretato l’exitus della sua esistenza come un fallimento dell’opera e della vita. Questo libro accantona la pretesa del “dovrebbe essere”, mettendosi in ascolto dei testi e affrontandone i principali nodi ermeneutici attraverso quel peculiare participio di poesia e racconto. Per cercare meglio oltre lo sguardo obliquo di un autore che allo specchio del suo Mestiere di vivere scriveva: «Siamo sinceri. Se ti comparisse davanti Cesare Pavese e parlasse e cercasse di fare amicizia, sei sicuro che non ti sarebbe odioso? Ti fideresti di lui? Vorresti uscire con lui la sera a chiacchierare?» «Perché Pavese racconta, e quando è così, quando le comunità si stringevano davvero attorno al saggio per sentire, più ardeva il fuoco in quel cerchio, maggiore l’oscurità della selva intorno» (Liborio Barbarino in Pavese diverso, Interlinea 2022)

Quaderni montaliani 2

rivista: Quaderni montaliani

pagine: 288

Un Montale inedito emerge dal secondo dei “Quaderni montaliani” che si apre con un singolare inedito pertinente al “secondo mestiere” di Eugenio Montale, quello giornalistico, con una prefazione “bocciata” per la Scala e due nutrite serie di lettere indirizzate a Giuseppe Lanza e Giovanni Ansaldo, riconducibili per gran parte agli anni venti e trenta, illuminanti su molti contesti del tempo. Tra i vari testi si legge un’originale “biografia” stilata per le Occasioni, che si snoda dai dati personali del futuro premio Nobel alle vicende editoriali con l’Einaudi (e il ruolo di Leone Ginzburg), a un “dietro alle quinte” di un mancato premio, con il cronologico regesto delle prime recensioni e i riscontri dei primi lettori, oltre a un “francobollo” relativo alla recente edizione commentata di Farfalla di Dinard, accanto alle traduzioni montaliane di poeti di rilievo di successive generazioni come Zanzotto ed Erba, che i redattori hanno anche inteso omaggiare nei loro rispettivi centenari. Due “note” riguardano, infine, altrettanti autori viventi nel rapporto con Montale: il poeta ed editore statunitense Jonathan Galassi, traduttore di saggi e poesie del premio Nobel, e Milo De Angelis, che tiene a rimarcare il suo debito con un testo specifico (Due nel crepuscolo); infine una bibliografia delle opere montaliane aggiornata a cura di Paolo Senna, tra i collaboratori del volume con Stefano Verdino, Gianfranca Lavezzi, Diego Divano, Franco Contorbia, Stefano Carrai, Jonathan Galassi, Andrea Cortellessa, Anna Stella Poli, Milo De Angelis, Andrea Aveto, Paolo Zoboli e Lucilla Lijoi. Il secondo fascicolo di “Quaderni montaliani” presenta una importante novità: l’avvio di una rubrica di aggiornamento bibliografico permanente che, a partire dal biennio 2009-2010, aspira a dare conto della pubblicazione delle opere di Eugenio Montale e dei contributi sulla sua opera.Hanno collaborato a questo numero: Andrea Aveto, Stefano Carrai, Franco Contorbia, Andrea Cortellessa, Milo De Angelis, Diego Divano, Jonathan Galassi, Gianfranca Lavezzi, Lucilla Lijoi, Anna Stella Poli, Paolo Senna, Stefano Verdino, Paolo Zoboli. *** Il sommario di questo numero: PremessaTESTIEugenio Montale, Prefazione scaligera 1966, a cura di Stefano Verdino Gianfranca Lave zzi, Sessanta lettere inedite di Eugenio Montale a Giuseppe Lanza (1925-1946) Diego Divano, Ventisette lettere di Eugenio Montale a Giovanni Ansaldo (con due lettere di Ansaldo a Montale) SAGGI E NOTEFranco Contorbia, Dieci paragrafi per Le occasioni Stefano Carrai, Francobollo per Ballerini al “Diavolo Rosso” Jonathan Galassi, Eugenio Montale’s Blackcap PoemsAndrea Cortellessa, Libertà e necessità. Zanzotto fra Ungaretti e MontaleAnna Stella Poli, «Tâche de trouver le sens exact de palabotto!». Philippe Jaccottet e Luciano Erba traduttori di Montale Milo De Angelis, Un antico sortilegioBIBLIOGRAFIA MONTALIANA (2009-2010) a cura di Paolo SennaRECENSIONI“R-EM. Rivista internazionale di studi su Eugenio Montale” (Andrea Aveto) Eugenio Montale, Farfalla di Dinard (Paolo Senna) Eugenio Montale, Poesie. La bufera e altro – Satura (Paolo Zoboli)Eugenio Montale, Quaderno di traduzioni (Paolo Zoboli)Eugenio Montale, Quaderno genovese. Un diario del 1917 (Paolo Zoboli) Bianca Montale, Una sciagurata coincidenza (Zio Eugenio e altri ricordi) (Lucilla Lijoi) Libri e riviste del Fondo Eugenio Montale dell’Università di Genova, a cura di A. Aveto e S. Verdino (Franco Contorbia)

Inseguo il colpo d'ala

Studi sulla modernità letteraria in onore di Giuseppe Langella

a cura di Alberto Carli, Davide Savio

editore: Interlinea

pagine: XVI + 288

Il volume contiene 25 studi sulla modernità letteraria che altrettanti colleghi e allievi hanno offerto a Giuseppe Langella in segno di stima, riconoscenza, affetto, nell’occasione del suo pensionamento. Venticinque suoi lettori, come per l’amato Manzoni, che con i loro interventi toccano alcuni nodi, aspetti e autori cruciali del percorso critico di Langella. Si va dal Romanticismo agli anni Duemila; da Manzoni, appunto, a Svevo e Pirandello; da Betocchi a Luciano Luisi, le carte del quale sono conservate presso il Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita” dell’Università Cattolica, che Langella ha diretto dal 2003 al 2022. A incorniciare i singoli approfondimenti entrano in gioco anche questioni più ampie intorno alla modernità letteraria, all’avvenire della ricerca e alla didattica, che fanno il punto sulla complessità della disciplina cui Langella si è dedicato per oltre quarant’anni, aprendo prospettive di assoluto rilievo.

Sul confine dei carteggi di carta. Lettere letterate 1931-1996

Autografo 68

rivista: Autografo

pagine: 248

Alla fine del Novecento la rivoluzione digitale ha profondamente cambiato il modo di comunicare, dando vita a una neo-epistolarità tecnologica che si riflette ormai anche in romanzi e racconti. Questo numero di “Autografo” intende dare testimonianza di quelle «lettere letterate» che si configurano ancora come «carteggi di carta» intonati a una modalità di confronto argomentata e riflessiva, linguisticamente e intellettualmente ricca. Ai carteggi inediti di poeti, scrittori, critici (Montale-Croce, Raimondi-Sereni, Erba-Sereni, Dionisotti-Venturi, Barolini-Bassani, Giuliani-Pleynet-Risset, Momigliano-Romano, Pomilio-Zanzotto, Calvino-Celati), si affiancano l’analisi stilistica di un campione esemplare come le lettere familiari di Manganelli e una rassegna di strumenti e studi in corso sul tema degli epistolari. Chiude il volume una ricca serie di recensioni su recenti edizioni di carteggi.

Lo scrittoio del verista

di Francesco Branciforti

editore: Interlinea

pagine: 140

Nel 1987, come indirizzo e viatico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga, Francesco Branciforti offriva un approfondimento dettagliato della produzione narrativa dello scrittore attraverso l’analisi filologica e lo studio diretto dei manoscritti autografi custoditi nel Fondo Verga della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania. Prendendo in esame il rapporto con gli editori, l’obiettivo era quello di seguire gli sviluppi del percorso creativo dagli esordi fino alla maturità intellettuale. Oggi che l’Edizione Nazionale sta per concludersi si ripropone in veste editoriale rinnovata quel lavoro, tuttora fondamentale per la filologia verghiana, in quanto rende esemplarmente conto del percorso di elaborazione e revisione delle opere dello scrittore siciliano, dai racconti meno noti ai romanzi che, ancora oggi, vengono considerati capolavori della letteratura italiana, passando per le novelle e le pubblicazioni periodiche fino ad arrivare alle opere teatrali: si delinea, in tal modo, il profilo privato – di curatore e di catalogatore minuzioso – di uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento, nonché padre del verismo italiano.

Il mestiere di Omero

Come scrivere per raccontare storie

di Sebastiano Vassalli

editore: Interlinea

pagine: 96

«Chi racconta storie sa di essere un cavaliere che scorta una bella dama – la sua storia – attraverso il terreno ostile e infido della scrittura»: dalle carte lasciate da Sebastiano Vassalli emergono appunti di scrittura mai raccolti in volume. sono Consigli di metodo fra rituali, strumenti, paure, varianti, correzioni e avvertenze, dal momento che «il linguaggio non è un pongo». Una lettura utile per chi maneggia le parole ma gustosa e rivelatrice anche per gli appassionati dei romanzi dell’autore della Chimera, perché «raccontare e ascoltare storie è un bisogno che fa parte della nostra natura».

Ritrovare Guareschi. «Mondo piccolo-Don Camillo»

Atti del convegno di studi Milano 10 ottobre 2018

a cura di Ermanno Paccagnini, Daniela Tonolini

editore: Interlinea

pagine: 224

In occasione del 50° anniversario della morte di Giovannino Guareschi, in un innovativo convegno di studi ideato dall’Università Cattolica e dal Centro Culturale di Milano, tenutosi nella sede milanese dell’ateneo, sono state studiate le carte letterarie e le sceneggiature inedite dei film dedicati a Peppone e don Camillo mettendo in luce aspetti nuovi della ideazione di un capolavoro tradotto nel mondo, ambientato nella Bassa padana. Il rapporto con Milano, la fortuna internazionale, testi, immagini e tabelle mettono in luce nuova il valore assoluto sul piano artistico e letterario dello scrittore e gli elementi che lo rendono emblematico e attuale.

Dell’io prigioniero

Pirandello, Levi, Berto, Sanguineti

di Laura Nay

editore: Interlinea

pagine: 204

I quattro scrittori presi in esame, molto diversi fra loro, sono accomunati dall’inesausta ricerca di un indizio che permetta di non smarrirsi nel labirinto. Li unisce infatti una condizione di separatezza e di prigionia, che non necessariamente coincide con i muri di una cella ma che, pur sempre, si configura quale esperienza limite per un io che nella scrittura trova il modo per dare espressione a tale separatezza e contemporaneamente per mantenere vivo il rapporto – alle volte deformato, altre illusorio – con gli altri. Le loro opere diventano così il luogo dove poter sperimentare nuove forme di scrittura capaci di esprimere se stessi e il mondo, dove è consentito all’io prigioniero, per poter sopravvivere, dire di sé e tenere saldamente il filo che ancora lo lega a ciò che è stato, come a ciò che spera e vuole essere, ma soprattutto per imparare a conoscere la propria prigione.

Gli incanti dell'isola

Guida letteraria all'isola di San Giulio sul lago d'Orta

di Laura Pariani e Nicola Fantini

editore: Interlinea

pagine: 96

Chissà perché l’isola di San Giulio, al centro del piccolo lago d’Orta, ha suscitato da tempo la fantasia di tanti narratori che si occupano di misteri. Da Umberto Eco a Piero Chiara, da Montale alla badessa Cànopi, il viaggio letterario e artistico è ricco di sorprese, incontrando anche Gianni Rodari, che è nato sulle rive del lago: «L’isola di San Giulio sembra fatta tutta a mano come un gioco di costruzioni. L’insieme è compatto come i pezzi di un rompicapo».

Corpo a corpo. Traduzioni poetiche e poeti traduttori

Autografo 67

rivista: Autografo

pagine: 168

Corpo a corpo con il linguaggio, atto critico supremo, esercizio straordinario e disperante: la traduzione poetica è l’oggetto di studio attorno a cui ruotano i contributi di questo numero, dedicato a uno dei maggiori traduttori italiani del XX secolo, Roberto Sanesi. Le pagine qui offerte oscillano tra la testimonianza di chi ha a lungo percorso i sentieri impervi della traduzione e l’analisi di precisi casi condotta con i raffinati strumenti della linguistica, della filologia e della stilistica. Gli autori e i traduttori chiamati in causa attraversano la modernità, da Baudelaire a Hopkins e a Mallarmé, da Caproni a Orelli e a Raboni, giungendo ai nostri contemporanei: come se, attraverso le esperienze traduttorie da cui la poesia non può e non vuole prescindere, fosse possibile disegnare, con altra prospettiva, la storia della letteratura, suggerendone un divenire costantemente aperto all’altro da sé, caparbiamente in cerca della voce necessaria e sfuggente.    

Quaderni borromaici 9

Saggi, studi, proposte

rivista: Quaderni Borromaici

pagine: 120

Ad Angelini sono legato da affetto, da gratitudine e da tanti ricordi dei miei anni universitari passati a Pavia, allievo del Collegio Borromeo, di cui era rettore. Da lui fui presentato ad Ardengo Soffici il giorno del suo ottantesimo compleanno. Da lui, qualche anno dopo, ebbi occasione di incontrare Giuseppe Prezzolini.  Pietro Pedeferri 

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