Saggistica letteraria
Sul confine dei carteggi di carta. Lettere letterate 1931-1996
Autografo 68
rivista: Autografo
pagine: 248
Alla fine del Novecento la rivoluzione digitale ha profondamente cambiato il modo di comunicare, dando vita a una neo-epistolarità tecnologica che si riflette ormai anche in romanzi e racconti. Questo numero di “Autografo” intende dare testimonianza di quelle «lettere letterate» che si configurano ancora come «carteggi di carta» intonati a una modalità di confronto argomentata e riflessiva, linguisticamente e intellettualmente ricca. Ai carteggi inediti di poeti, scrittori, critici (Montale-Croce, Raimondi-Sereni, Erba-Sereni, Dionisotti-Venturi, Barolini-Bassani, Giuliani-Pleynet-Risset, Momigliano-Romano, Pomilio-Zanzotto, Calvino-Celati), si affiancano l’analisi stilistica di un campione esemplare come le lettere familiari di Manganelli e una rassegna di strumenti e studi in corso sul tema degli epistolari. Chiude il volume una ricca serie di recensioni su recenti edizioni di carteggi.
Lo scrittoio del verista
di Francesco Branciforti
editore: Interlinea
pagine: 140
Nel 1987, come indirizzo e viatico dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Verga, Francesco Branciforti offriva un approfondimento dettagliato della produzione narrativa dello scrittore attraverso l’analisi filologica e lo studio diretto dei manoscritti autografi custoditi nel Fondo Verga della Biblioteca Regionale Universitaria di Catania. Prendendo in esame il rapporto con gli editori, l’obiettivo era quello di seguire gli sviluppi del percorso creativo dagli esordi fino alla maturità intellettuale. Oggi che l’Edizione Nazionale sta per concludersi si ripropone in veste editoriale rinnovata quel lavoro, tuttora fondamentale per la filologia verghiana, in quanto rende esemplarmente conto del percorso di elaborazione e revisione delle opere dello scrittore siciliano, dai racconti meno noti ai romanzi che, ancora oggi, vengono considerati capolavori della letteratura italiana, passando per le novelle e le pubblicazioni periodiche fino ad arrivare alle opere teatrali: si delinea, in tal modo, il profilo privato – di curatore e di catalogatore minuzioso – di uno dei più grandi scrittori dell’Ottocento, nonché padre del verismo italiano.
Il mestiere di Omero
Come scrivere per raccontare storie
di Sebastiano Vassalli
editore: Interlinea
pagine: 96
«Chi racconta storie sa di essere un cavaliere che scorta una bella dama – la sua storia – attraverso il terreno ostile e infido della scrittura»: dalle carte lasciate da Sebastiano Vassalli emergono appunti di scrittura mai raccolti in volume. sono Consigli di metodo fra rituali, strumenti, paure, varianti, correzioni e avvertenze, dal momento che «il linguaggio non è un pongo». Una lettura utile per chi maneggia le parole ma gustosa e rivelatrice anche per gli appassionati dei romanzi dell’autore della Chimera, perché «raccontare e ascoltare storie è un bisogno che fa parte della nostra natura».
Ritrovare Guareschi. «Mondo piccolo-Don Camillo»
Atti del convegno di studi Milano 10 ottobre 2018
a cura di Ermanno Paccagnini, Daniela Tonolini
editore: Interlinea
pagine: 224
In occasione del 50° anniversario della morte di Giovannino Guareschi, in un innovativo convegno di studi ideato dall’Università Cattolica e dal Centro Culturale di Milano, tenutosi nella sede milanese dell’ateneo, sono state studiate le carte letterarie e le sceneggiature inedite dei film dedicati a Peppone e don Camillo mettendo in luce aspetti nuovi della ideazione di un capolavoro tradotto nel mondo, ambientato nella Bassa padana. Il rapporto con Milano, la fortuna internazionale, testi, immagini e tabelle mettono in luce nuova il valore assoluto sul piano artistico e letterario dello scrittore e gli elementi che lo rendono emblematico e attuale.
Dell’io prigioniero
Pirandello, Levi, Berto, Sanguineti
di Laura Nay
editore: Interlinea
pagine: 204
I quattro scrittori presi in esame, molto diversi fra loro, sono accomunati dall’inesausta ricerca di un indizio che permetta di non smarrirsi nel labirinto. Li unisce infatti una condizione di separatezza e di prigionia, che non necessariamente coincide con i muri di una cella ma che, pur sempre, si configura quale esperienza limite per un io che nella scrittura trova il modo per dare espressione a tale separatezza e contemporaneamente per mantenere vivo il rapporto – alle volte deformato, altre illusorio – con gli altri. Le loro opere diventano così il luogo dove poter sperimentare nuove forme di scrittura capaci di esprimere se stessi e il mondo, dove è consentito all’io prigioniero, per poter sopravvivere, dire di sé e tenere saldamente il filo che ancora lo lega a ciò che è stato, come a ciò che spera e vuole essere, ma soprattutto per imparare a conoscere la propria prigione.
Gli incanti dell'isola
Guida letteraria all'isola di San Giulio sul lago d'Orta
di Laura Pariani e Nicola Fantini
editore: Interlinea
pagine: 96
Chissà perché l’isola di San Giulio, al centro del piccolo lago d’Orta, ha suscitato da tempo la fantasia di tanti narratori che si occupano di misteri. Da Umberto Eco a Piero Chiara, da Montale alla badessa Cànopi, il viaggio letterario e artistico è ricco di sorprese, incontrando anche Gianni Rodari, che è nato sulle rive del lago: «L’isola di San Giulio sembra fatta tutta a mano come un gioco di costruzioni. L’insieme è compatto come i pezzi di un rompicapo».
Corpo a corpo. Traduzioni poetiche e poeti traduttori
Autografo 67
rivista: Autografo
pagine: 168
Corpo a corpo con il linguaggio, atto critico supremo, esercizio straordinario e disperante: la traduzione poetica è l’oggetto di studio attorno a cui ruotano i contributi di questo numero, dedicato a uno dei maggiori traduttori italiani del XX secolo, Roberto Sanesi. Le pagine qui offerte oscillano tra la testimonianza di chi ha a lungo percorso i sentieri impervi della traduzione e l’analisi di precisi casi condotta con i raffinati strumenti della linguistica, della filologia e della stilistica. Gli autori e i traduttori chiamati in causa attraversano la modernità, da Baudelaire a Hopkins e a Mallarmé, da Caproni a Orelli e a Raboni, giungendo ai nostri contemporanei: come se, attraverso le esperienze traduttorie da cui la poesia non può e non vuole prescindere, fosse possibile disegnare, con altra prospettiva, la storia della letteratura, suggerendone un divenire costantemente aperto all’altro da sé, caparbiamente in cerca della voce necessaria e sfuggente.
Quaderni borromaici 9
Saggi, studi, proposte
rivista: Quaderni Borromaici
pagine: 120
Ad Angelini sono legato da affetto, da gratitudine e da tanti ricordi dei miei anni universitari passati a Pavia, allievo del Collegio Borromeo, di cui era rettore. Da lui fui presentato ad Ardengo Soffici il giorno del suo ottantesimo compleanno. Da lui, qualche anno dopo, ebbi occasione di incontrare Giuseppe Prezzolini.
Pietro Pedeferri
Libri cavallereschi in prosa e in versi
Repertorio di incunaboli
di Anna Maria Montanari e Eleonora Stoppino
editore: Interlinea
pagine: 384
Questo volume presenta la catalogazione degli incunaboli di genere epico in volgare, contribuendo allo studio della complessa galassia che animò la cultura italiana ed europea e da cui spiccarono il volo i capolavori di Boiardo, Pulci e Ariosto. Ispirata a un «metodo archeologico, imparzialmente inventariando e studiando tutto il materiale di scavo, strato per strato, cocci e gioielli» (come scrisse Dionisotti in Gli Umanisti e il volgare) la schedatura include testi appartenenti ai tre cicli (carolingio, arturiano e classico) e affianca ai dati tradizionali elementi messi a disposizione dalle nuove tecnologie, senza trascurare un taglio diacronico, considerando l’evoluzione delle conoscenze nel campo.
Un nulla pieno di storie
Ricordi e considerazioni di un viaggiatore nel tempo
di Giovanni Tesio e Sebastiano Vassalli
editore: Interlinea
pagine: 152
Un’autobiografia di Sebastiano Vassalli in forma di intervista. Uno dei maggiori scrittori contemporanei, l’autore della Chimera, offre ai suoi lettori una confessione sulla sua difficile fanciullezza tra fascismo e Repubblica, la Milano degli anni universitari, la nascita delle passioni per l’arte e la letteratura, la drammatica storia del primo matrimonio, gli anni dell’ideologia e del gruppo 63, il Sessantotto, la scoperta delle storie da narrare, la tv e la politica (tra Saviano e Berlusconi). Una memoria biografica fatta di miti, luoghi, case e letture ribadendo che la letteratura «è vita che rimane impigliata in una trama di parole. Vita che vive al di fuori di un corpo, e quindi anche al di fuori del tempo. Vita che si paga con la vita».
«Leggi parole di un tempo scomparso». Juan Rodolfo Wilcock
Nuova corrente 169
rivista: Nuova Corrente
pagine: 416
Scrittore del fantastico e dell’assurdo quotidiano, Juan Rodolfo Wilcock (1919-1978) è stato un viaggiatore disincantato tra lingue e culture. La definizione che l’autore ha dato di sé – «poeta e veggente (cioè, vedo un po’ più degli altri)» – rispecchia l’anima multiforme della sua complessa personalità artistica: Wilcock è stato poeta lirico e gnomico di sorprendente originalità, drammaturgo sensibile alle sperimentazioni contemporanee, traduttore eccellente e, come prosatore, ha esplorato (scardinandoli) i canoni del romanzo, del racconto breve, dell’apologo, del corsivo d’attualità e dell’elzeviro paradossale. Gli studi qui raccolti intendono delineare un quadro esaustivo della versatile produzione dell’argentino trapiantato in Italia offrendo un contributo di rilievo alla sua integrazione nel canone letterario novecentesco. Una ricca appendice di testi inediti e rari completa il volume.
Le piante di Darwin e i topi di Leopardi
di Antonella Anedda
editore: Interlinea
pagine: 304
Tra natura e letteratura questo libro è il racconto appassionato di un confronto tra idee, parlando di animali e di tre autori: Giacomo Leopardi, Erasmus Darwin e suo nipote Charles. Come ha scritto Osip Mandel’stam dei naturalisti, leggerli può spalancare nella nostra vita una radura e, in particolare, «leggere Darwin ci rende attenti, la sua sete di esperienza lo rende affidabile come un reporter sul campo». In queste pagine si svela come riscoprire Leopardi in chiave naturalistica ha un significato particolare per «capire che siamo fragili, caduchi. Infatti quando Leopardi scrive La ginestra ha imparato davvero a morire, il suo riso è diventato una forma di bontà, ridendo nello stesso modo di sé, prima che degli altri».