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Curriculum vitae

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Curriculum vitae
Titolo Curriculum vitae
Autore
Curatori ,
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Poesia italiana
Collana Lyra, 1
Marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 200
Pubblicazione 2001
ISBN 9788882123116
 
12,50 11,88
 
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Edizione commentata con autografi inediti

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Quando morir mi parve unico scampo, / varco d'aria al respiro a me fu il canto: / a verità condusse poesia": in questi tre versi risiede la sintesi spirituale e letteraria non soltanto di un'opera importante come Curriculum vitae ma addirittura il significato dell'intera esistenza del suo autore, Clemente Rebora. Ora, dopo il ritrovamento dei manoscritti inediti dell'opera, esce l'edizione fondata sullo studio di quelle carte del poeta che il grande filologo Contini definì "tra le personalità più importanti dell'espressionismo europeo". Quest'edizione del Curriculum vitae è dedicata dai curatori all'editore reboriano degli ultimi tempi e soprattutto della prima edizione dello stesso Curriculum, Vanni Scheiwiller, e ha versi di grande intensità, come quelli celebri che ricordano la distruzione, nella casa di Milano, di tutte le carte giovanili al momento della conversione: Infatti il Curriculum vitae è un'opera in cui viene riletta poeticamente, alla luce del nuovo approdo religioso, l'esistenza di Rebora come uomo in ricerca, di un Ulisse convertito. ". Una lettura che lascia il segno. "Quando morir mi parve unico scampo, / varco d'aria al respiro a me fu il canto: / a verità condusse poesia".
 

Biografia dell'autore

Clemente Rebora

Clemente Rebora

Clemente Rebora nasce a Milano il 6 gennaio 1885. Frequenta, ivi, tutte le scuole: dalle elementari al ginnasio-liceo (Parini), all’università (Accademia Scientifico-Letteraria) dove si laurea in Lettere. Dal 1910 al 1915 insegna a Milano, Treviglio e Novara. Ufficiale nella Grande Guerra 1915. Insegna a Como e a Milano. Quivi, anche all’Accademia Libera “Cento”. Nel 1929 viene alla Fede. Nel 1931 è novizio dell’Istituto della Carità (Padri Rosminiani) al Monte Calvario di Domodossola. 13 maggio 1933: ivi, emette la sua professione religiosa. 1936 (20 settembre): ordinato sacerdote a Domodossola. Vive a Stresa, nel Collegio Rosmini». Così l’asciutta Nota biografica dettata dal poeta per la prima edizione nel dicembre 1955 del Curriculum vitae (che riceve il premio “Cittadella”). Aggiungiamo che dall’ottobre di quello stesso anno è infermo a letto, ma un’emorragia cerebrale lo aveva colto già tre anni prima. Dopo una passio fisica e spirituale durata venticinque mesi muore il 1° novembre 1957. Scrive il giorno dopo Eugenio Montale per il “Corriere della sera”: «È un conforto pensare che il calvario dei suoi ultimi anni – la sua distruzione fisica – sia stato per lui, probabilmente, la parte più inebriante del suo curriculum vitae».

Per il resto, occorre almeno segnalare la giovinezza intellettualmente intensa, in amicizia con Antonio Banfi, Angelo Monteverdi, Michele Cascella, Sibilla Aleramo (legandosi affettivamente alla pianista russa Lidia Natus, grazie alla quale potrà tradurre opere di Andreef, Tolstòj e Gogol’), la collaborazione a riviste letterarie e in particolare alla “Voce” di Prezzolini, che nel giugno del 1913 gli pubblica i Frammenti lirici, mentre per le edizioni del “Convegno” escono nel 1922 i Canti anonimi, sette anni dopo un trauma provocato dall’esplosione di un obice mentre combatteva la Grande Guerra sul Podgora: gliene verrà un grave esaurimento nervoso diagnosticatogli emblematicamente come «mania dell’eterno». Finita la guerra, crescono i suoi interessi religiosi, che si innestano in una profonda fede mazziniana; e avverte l’urgenza di un impegno sociale, anche nell’insegnamento. Tiene corsi e conferenze. Nel 1928 al Lyceum di Milano, nell’ambito di una serie di incontri sulla storia delle religioni, inizia a parlare degli Atti dei Martiri Scillitani, ma s’interrompe: «Esitò, si sforzò. La vista gli si annebbiava. Qualche cosa gli stringeva la gola. Si prese la testa fra le mani. Si sentì smarrito. Non fu capace di proseguire» (così Margherita Marchione). La conversione è matura. Il 24 novembre 1929 Rebora riceve la prima Comunione dal cardinal Schuster. Passa poi al Collegio Rosmini di Stresa, sotto la guida spirituale di padre Giuseppe Bozzetti. Prende i voti religiosi nel 1936. Nel 1947 il fratello Piero cura un’edizione delle Poesie per Vallecchi e, dopo il Curriculum, nel 1956 il giovane editore Vanni Scheiwiller fa uscire all’Insegna del Pesce d’Oro i Canti dell’infermità,accresciuti l’anno dopo; nel 1961 dà invece alle stampe una più completa edizione delle Poesie, poi replicata nel 1982.

Una recente edizione di tutte le poesie, negli “Elefanti” Garzanti, è del 1994 – poi più volte ristampata – a cura di Gianni Mussini e dello stesso Vanni Scheiwiller; ma ora quei testi sono leggibili anche nel “Meridiano” di Poesie, prose e traduzioni, a cura di Adele Dei e con la collaborazione di Paolo Maccari, pubblicato da Mondadori nel 2015 con un’informatissima Cronologia.

Un brano del libro

"I pesciolini pescati da Vanni Scheiwiller, che sa servirceli con così pulito stile, sono veramente d'oro". Con queste parole Giorgio Caproni cominciava il saggio sul "Curriculum" di Clemente Rebora, comparso sulla "Fiera Letteraria" il 2 dicembre 1956. Parlando di "un uomo che la parola... invece di idoleggiarla... ha preferito prenderla risolutamente per il collo" sino a farne l'"ancella di Dio", Caproni aggiunge che ora la poesia "scacciata dalla porta rientra trionfante, pur con l'ossa rotte, dalla finestra: vien cioè edificata... con quelle medesime pietre che Rebora... trae dalla cava profonda della propria coscienza". Di qui un "aspro bosco", ricco però di consolazioni anche per il lettore di poesia, non solo per il cercatore dell'assoluto.
Ossa rotte, pietre, aspro bosco. Insomma il solito incredibile Rebora che conosciamo sin dai suoi primi anni di poeta. Eppure con una luce diversa: "nel Curriculum vitae... troviamo anch'oggi il Rebora... dei Frammenti lirici, in più con l'innocenza dell'infanzia, o meglio col suo nuovo candore". Così un altro grande lettore, Carlo Betocchi, salutava sul "Giornale del mattino" il canto inatteso dell'ormai anziano poeta e sacerdote (ora in in Confessioni minori, a c. di S. Albisani, Firenze, Sansoni 1985). (dalla premessa dei curatori)

Eventi collegati a Curriculum vitae

Università Cattolica - Aula Magna, il 06.04.2022 alle ore 17.00, largo Gemelli 1, Milano

Quando morir mi parve unico scampo, / varco d'aria al respiro a me fu il canto: / a verità condusse poesia

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