Nel 2015, centenario dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, nuove pagine vengono scritte e pubblicate su quel tragico periodo della nostra storia e si vanno a sommare agli scritti consegnatici nell'ultimo secolo da storici, studiosi, narratori e soprattutto dai testimoni di quegli anni. Le novità di Interlinea dedicate alla Grande Guerra partono dalla poesia di Giuseppe Langella con Reliquiario della grande tribolazione, raccolta con tavole d'artista in cui il non senso della guerra si trova nei piccoli oggetti della trincea.Per la narrativa ecco Laura Pariani, che ricordando De Andrè narra in Piero alla guerra tre storie emblematiche sulla tragicità di ogni conflitto, tre Pieri che in momenti storici diversi partono per tre guerre che non hanno scelto né voluto per non fare, forse, più ritorno. L'esperto di illustrazione e letteratura per l'infanzia Walter Fochesato presenta invece nel volume Il gioco della guerra uno studio su un tema non ancora affrontato, la rappresentazione dell'infanzia come strumento di propaganda durante la Grande Guerra fra cartoline illustrate, locandine e "Corriere dei Piccoli". Uno dei maggiori autori del catalogo Interlinea, il poeta Clemente Rebora, raccoglie la sua testimonianza sulla prima guerra mondiale in Tra melma e sangue. Lettere e poesie di guerra. Diario di un soldato italiano che ha vissuto in prima persona gli orrori del fronte è poi Prigione di trincee di Giuseppe Cuzzoni, un testo di grande interesse documentario che va a sommarsi alla raccolta di lettere di soldati al parroco locale di Fara Novarese (NO) Trincee di carta, autore Carlo Stiaccini. Una visione del conflitto mai sufficientemente sottolineata, quella femminile, è invece contenuta nel romanzo La zona proibita di Mary Borden, una delle donne che visse il conflitto all'interno degli ospedali da campo. Un'attenzione particolare, infine, è dedicata da Interlinea alla storia e alle testimonianze del territorio novarese. Accanto al già citato Trincee di carta citiamo il saggio di Renzo FiammettiL'Ovest Ticino dalla prima guerra mondiale alla Liberazione, gli atti del convegno novarese del 24 ottobre 2008 «Nessuno potrà tenersi in disparte». La Grande Guerra: memoria, territorio, documentazione e il volume illustrato Fummo soldati d'Italia. Monumenti ai caduti delle province di Novara e Verbania.
Borracce, gavette, panni di lana e carne in scatola, munizioni, automezzi, vanghe e piccozze. La prima guerra mondiale è stata anche uno straordinario sforzo tecnico e produttivo che ha visto impegnate officine, manifatture, grandi e piccole aziende in una mobilitazione industriale senza precedenti. Attraverso documenti, immagini, cartoline e fotografie storiche, l’edizione del volume Industriarsi per vincere ripercorre il ruolo delle aziende italiane di fronte all’emergenza bellica, in un inedito sguardo sul “fronte interno” in grado di raccontare la quotidianità del conflitto. Un’opera antologica interamente dedicata a oggetti e strumenti divenuti veri e propri simboli degli italiani in guerra, su cui si è costruita l’identità collettiva di generazioni di soldati. Un libro fondamentale che ci racconta come la Grande Guerra fu una fase di grandi trasformazioni da cui discese la nostra idea di “modernità”.
Via crucis in tempo di guerra prende vita dai versi di Giuseppe Langella, che racconta la Passione attraverso un commovente spaccato poetico della vita quotidiana dei soldati della Prima Guerra Mondiale
«Siamo alla vigilia di una quasi inevitabile conflagrazione generale europea, dalla quale nessuno potrà tenersi in disparte»: queste parole, tratte da una lettera che Riccardo Bollati, ambasciatore italiano a Berlino, scrive nel 1914, aprono idealmente gli atti del convegno sulla prima guerra mondiale tenutosi a Novara il 24 ottobre 2008, a novant’anni dalla conclusione del conflitto. Nel corso del convegno si è cercato di analizzare i diversi aspetti di cambiamento introdotti dalla realtà della guerra sulla società ad essa contemporanea, e di analizzarne le conseguenze. Chiude gli atti un’appendice contenente una panoramica degli eventi organizzati a Novara in occasione della ricorrenza e due sezioni iconografiche riservate alle mostre allestite al Museo Aldo Rossini, dedicate al contributo sociale e militare dei novaresi nel corso della Grande Guerra e alle opere d’arte conservate in alcune collezioni d’arte di Novara.
Un lavoro di ricerca meticoloso sul ruolo che le istituzioni ebbero in un preciso periodo storico, importante quanto tragico, che aprì il XX secolo e sul contributo dato dalla popolazione. La mostra e il volume Le istituzioni del Novarese e la Prima Guerra Mondiale hanno avuto il merito di far conoscere ai novaresi un importante capitolo della storia del nostro Paese. La Prima Guerra Mondiale determinò infatti ripercussioni di tipo organizzativo non solo sul piano strettamente militare e dell’attività al fronte, ma anche di gestione della vita civile. Il volume su La città di Novara e il Novarese nella Prima Guerra Mondiale. Le istituzioni e i personaggi ha inoltre un secondo, importante merito, ovvero quello di riportare alla luce storie nella Storia. Parliamo di uomini che, con il proprio sacrificio, hanno contribuito a scrivere le vicende salienti del nostro Paese. Insieme con i garibaldini vengono infatti ricordati anche personaggi novaresi come Mario Cattaneo e Michele Burlotto, facendo scoprire aspetti delle loro biografie che meritano evidenza e che ne decretano l’esemplarità.
La prima guerra mondiale è stata segnata da lutti e distruzioni ed è un dovere di tutti, istituzioni e società civile, conservarne la memoria, affinché le generazioni a venire possano ripercorrere quelle toccanti esperienze. Si presentano qui indagini storiche approfondite che hanno evidenziato il ruolo significativo delle istituzioni sul territorio, il valore dei provvedimenti emanati per affrontare le molteplici problematiche che in un periodo complesso hanno riguardato la popolazione, le attività produttive e l’assetto sociale tutto. In particolare, sono stati trattati quegli aspetti che più di altri hanno inciso sull’organizzazione sociale e civile: il ritorno degli emigrati, l’arrivo dei profughi dalle zone di combattimento, le requisizioni di beni di prima necessità, le limitazioni di movimento e di trasporti in un territorio dichiarato “zona di guerra”. Dalle relazioni degli illustri storici e studiosi è emersa l’importanza dell’organizzazione sanitaria nell’assistenza medica ai militari, tra il fronte e nelle retrovie, e anche nel sostegno alle famiglie dei caduti e agli orfani. Apprezzabile e degno di nota lo studio dedicato all’apporto delle donne in ogni momento del conflitto: il loro ruolo, per la prima volta, passò da “angelo del focolare domestico” a membro attivo dell’economia e della società collettiva.